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Lo sfogo della Domenica

I rifiuti abbandonati e il concorso di colpa

di Luca Tosi Posted on 28 Giugno 202030 Giugno 2020

Quanto interesse abbiamo per tutelare l’ambiente naturale che ci circonda? Quanto ci diamo da fare, nel nostro piccolo, per proteggerlo? Non è agevole dare una risposta. Ciascuno, forse, ne fornirebbe una tutta sua. Dipende dal livello di sensibilità individuale verso le tematiche ambientali che, sovente, risiede nella coscienza personale di ognuno di noi: «tanto», «poco», «abbastanza», «potrei fare di più».

È un po’ come la storia del vestito, che ognuno si ritaglia e si cuce addosso come meglio crede.

Chi, per sua natura, è noncurante verso il mondo che lo circonda, difficilmente avrà un livello di attenzione elevato verso l’ambiente, mentre chi agisce sentendosi parte integrante dell’universo, e non viceversa, si farà perlomeno prendere dagli scrupoli di coscienza.

Lo sfogo di questa domenica è dedicato proprio all’ambiente e a quello che viene fatto, o non fatto, per garantire la sua corretta conservazione.

È opportuno precisare che le cronache sono ricche di resoconti giornalistici dedicati ai disastri ambientali, i quali turbano non poco le anime delle persone sensibili. Proprio l’altro giorno, la televisione nazionale ha riproposto le sequenze filmate dell’incendio sui Monti Pisani, dove la mente di un individuo ha prima concepito e poi causato la devastazione di 1.500 ettari di boschi e oliveti.

Evito di considerare i casi estremi come questo, la cui caratteristica esula dalla sfera dell’educazione civica e rientra in quella di natura penale e, forse, psichiatrica. Così come non faccio riferimento alle catastrofi naturali legate all’inquinamento o al cattivo uso del territorio, per le quali ci sarà modo di parlare in altro momento.

Mi riferisco, invece, a quell’insieme di situazioni che rientrano nelle buone pratiche quotidiane, le quali devono comunque essere incoraggiate da coloro che hanno poi il compito di gestirle. Sono quelle piccole azioni giornaliere sulle quali ognuno di noi ha modo di fare qualcosa.

La quantità dei rifiuti abbandonati al di fuori dei luoghi di raccolta, ad esempio, raggiunge livelli ancora troppo elevati. Produciamo una quantità di immondizia superiore rispetto al passato e, appunto per questo, è necessario governare il suo incremento, ormai esponenziale, che, soprattutto in certe zone del paese, ha raggiunto livelli preoccupanti. Non è raro trovare i rifiuti appoggiati alla base degli appositi cassonetti e senza che il loro ritiro venga garantito in tempi ragionevoli. Si tratta di rifiuti anche ingombranti, il cui trasporto in discarica richiede di seguire procedure particolari e il cui smaltimento necessita del rispetto di regole inderogabili.

I cittadini, in questo caso, avrebbero il dovere di informarsi meglio, in modo da conoscere esattamente quali sono le corrette modalità di smaltimento, sapendo che esiste, comunque, una soluzione alternativa a quella di depositarli fuori dai contenitori; le società preposte al servizio di raccolta, dal canto loro, dovrebbero aggiornare gli utenti in modo costante, specificando i vantaggi che il corretto conferimento potrebbe portare loro anche in termini tariffari.

Un problema analogo è quello segnalato in alcuni luoghi di villeggiatura, la cui pulizia viene messa a repentaglio dalla presenza, più o meno cospicua, dei visitatori occasionali. Anche in questo caso, esiste un concorso di colpa: da un lato stanno i comportamenti trasgressivi dei forestieri, alcuni dei quali tendono a disseminare i loro rifiuti un po’ dappertutto, dall’altro sta l’assenza di adeguati punti di raccolta, la cui mancanza, in certi casi, può agevolare le condotte scorrette.

Come è facile intuire, quindi, siamo in presenza di un concorso di colpa.

Credo, dunque, che la soluzione dipenda da una maggiore consapevolezza del proprio ruolo da parte di ciascuno.

La similitudine che mi piace fare è quella dell’orchestra dove ogni singolo esecutore è chiamato a tenere bene la propria nota. In questo modo l’orchestra è in grado di eseguire bene lo spartito e solo così è capace di diffondere la giusta sinfonia.

I cittadini sono chiamati a fare la loro parte con senso civico e rispetto delle regole; gli operatori sono tenuti a garantire, con efficacia, il servizio di raccolta e un’adeguata informazione per stimolare i comportamenti virtuosi.

Può essere il primo passo per un domani migliore. L’importante è esserne consapevoli.

Buona domenica e scusate lo sfogo.

Luca Tosi
Luca Tosi
Sono nato ad Arezzo il 26 luglio 1963. Nel 1980 ho iniziato a collaborare con l’emittente radiofonica Radio Onda di Pietramala. Negli anni successivi, dopo altre esperienze radiofoniche, sono diventato collaboratore della Nazione di Firenze, del Tirreno di Livorno e del periodico Arezzo sport. Nell’ottobre 1983 ho avuto l’opportunità di entrare a Teletruria come collaboratore: sono stato telecronista di vari campionati di calcio, redattore di cronaca e sport, e curatore di alcuni programmi culturali dell’emittente, nella quale lavoro ancora oggi. Nell’anno in cui ho deciso di avviare questo blog, con l’aiuto di un caro amico ingegnere, Nicola Impallomeni, compio 57 anni di vita e quaranta di professione. Forse, era giunto il momento di creare qualcosa di personale per raccontare e raccontarsi. Lo studio della lingua italiana, e il gusto per l’ordine, sono stati gli aspetti più importanti della mia formazione letteraria. Se dovessi prediligere un tipo di scrittura nel quale mi ritrovo, e che ho cercato di portare avanti in questi anni, potrei dire la “scrittura ordinata”, schematica, senza per questo essere monotona. Tralascio ogni altro riferimento alla carriera (collaborazioni con la Rai, ricerca all’università di Perugia, progetti di programmi, uffici stampa, attività all’estero) perché diffido un po’ dei curriculum gonfiati. Non sempre sono credibili e non vorrei fare la figura del pallone bucato da uno spillo.
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