• Pensieri e Parole
  • Viaggiare con la fantasia
  • Occhio sul mondo
  • Lo sfogo della Domenica
  • Note di vita
    • Storia di una passione
    • Chi sono
    • Contatti

Articoli recenti

  • Lo specchio che non riflette
  • Il silenzio dei centri storici
  • Il pacchetto al telefono
  • La ruggine sui binari
  • Il lago è tratto (e l’Italia da amare)
  • L’acqua sotto i ponti
  • Il mostro di pietra e quello invisibile
  • Le notti di Visso
  • Fuoco? No: acqua!
  • Crescere o venir su?
  • É arrivato l’arrotino?
  • Gli imprevisti di un viaggio sulle tracce della storia
  • La carta del prosciutto
  • Il rosso stinto del chilometro 107
  • Storia, questa sconosciuta
Appunti & Spunti

Riflessioni e Pensieri di Luca Tosi

Appunti & Spunti

Riflessioni e Pensieri di Luca Tosi

  • Pensieri e Parole
  • Viaggiare con la fantasia
  • Occhio sul mondo
  • Lo sfogo della Domenica
  • Note di vita
    • Storia di una passione
    • Chi sono
    • Contatti
Note di vita

Viaggio nelle terre tremule

di Luca Tosi Posted on 7 Giugno 202012 Luglio 2020
Casenove di Foligno

Quel giorno non lavoravo. Me ne stavo in casa a riordinare la camera e a rimettere a posto alcuni appunti. Era il periodo nel quale alternavo l’attività televisiva al lavoro di ricerca nel dipartimento di scienze sociali dell’università di Perugia. Vi ero arrivato dopo una segnalazione del professor Vittorio Dini, docente all’università di Siena e persona molto conosciuta in vari ambiti della società civile aretina.

Grazie alla cortese disponibilità di Dini, ero entrato in contatto con il professor Paolo Mancini, sociologo, studioso dei mass media e docente nell’ateneo perugino. Proprio sotto la visione di Mancini, avevo elaborato un progetto di ricerca riguardante il rapporto tra i mezzi di comunicazione e le forze armate. Con quel progetto partecipai a un concorso nazionale bandito dalla Rai, la quale metteva a disposizione cinque borse di studio da destinare all’attività di ricerca, oltre alla pubblicazione dei migliori elaborati in una collana di studi di settore. Arrivai ottavo su centocinquanta partecipanti. Un buon risultato di per sé, che, tuttavia, non fu sufficiente ad andare avanti. Il lavoro rimase, quindi, in un cassetto dell’università di Perugia e, a distanza di svariati anni, non so quale uso ne sia stato fatto.

Il sobbalzo alla scrivania

Il contesto umbro, dunque, era a me familiare e lo divenne ancora di più la mattina del 26 settembre 1997. Ero seduto alla scrivania di casa quando una scossa di terremoto, mai avvertita prima così forte, spostò il tavolo dello studio facendomi sobbalzare. Non ci volle molto a capire che la zona dell’epicentro fosse abbastanza vicina alla mia città. E, in effetti, le notizie ricevute fecero subito riferimento ai monti dell’Appennino umbro-marchigiano a ridosso di Foligno che, da Arezzo, è distante circa 120 chilometri. Furono momenti di forte inquietudine, che si trasformò in angoscia nel vedere le riprese filmate trasmesse dal telegiornale all’ora di pranzo. Le immagini descrivevano una situazione assai più grave di quella ipotizzata in un primo momento. Una di esse mi colpì in particolare: quella del crollo di una vecchia casa di campagna nella frazione di Casenove, un piccolo paese della montagna folignate, in direzione del valico di Colfiorito.

La sequenza fu resa ancora più angosciante dalla presenza di un gruppo di bambini, i quali, sollecitati dai loro familiari, furono fatti allontanare di corsa prima che l’intero casolare venisse giù. Fu un servizio che seguii in silenzio e che spinse a darmi una mossa.

Anche ad Arezzo, come nella maggior parte delle province italiane, era operativa, già a quell’epoca, la consulta provinciale del volontariato di protezione civile. Era nata pochi anni prima con il compito di portare soccorso e assistenza alle popolazioni colpite da calamità naturali. Il terremoto dell’Umbria e delle Marche forniva dunque il modo alla consulta di mettersi in attività. Di essa, conoscevo bene il presidente dell’epoca, il professor Emanuele Secci, il quale era stato collega di mio padre all’Istituto tecnico industriale Galilei di Arezzo. Sollecitato da mio padre, telefonai a Secci, rendendomi disponibile a divulgare le notizie di pubblica utilità tramite la televisione con la quale collaboravo. Il professore chiese qualcosa in più. Invece di limitarmi a diffondere le informazioni attraverso i tg di Teletruria, domandò se potevo rendermi disponibile, a tempo pieno, per il lavoro della consulta, almeno nella fase iniziale del periodo di emergenza. Gli detti una disponibilità di massima, a condizione che la proprietà dell’emittente fosse informata della cosa. La proprietà, con la quale Secci parlò, non fece storie e disse subito di sì. Mi trasferii, quindi, negli uffici di piazza Santa Maria in Gradi, nel centro storico della città, pronto a partire per Foligno in caso di necessità. Furono giorni molto intensi. Scoprii un mondo per me nuovo, dove molte situazioni, date per scontate nella vita di tutti i giorni, non lo erano più. Un piccolo gesto, che nella normalità può apparire trascurabile, acquista, in quei frangenti, un valore straordinario.

Il modo di operare della consulta era semplice: anziché inviare aiuti generici alle popolazioni colpite dalla sciagura, col rischio che andassero perduti – i cosiddetti aiuti a pioggia – i volontari entravano in contatto con una località specifica loro segnalata, alla quale facevano pervenire i contributi, raccolti in base alle richieste degli abitanti. Nel nostro caso, il luogo prescelto fu proprio Casenove di Foligno.

Salendo verso Casenuove

Fu così che qualche giorno più tardi, insieme con Rodolfo Berretti, volontario della Misericordia di Arezzo, partimmo alla volta di Casenove, dove gli operatori aretini erano in azione da almeno un paio di giorni. Andammo lassù per una prima consegna di beni di prima necessità: prodotti sanitari, alimentari e generi di conforto.

Fino a Perugia non notammo nulla di particolare, ma quando superammo Bastia Umbra e arrivammo in prossimità di Spello, dove ci fermammo in una stazione di servizio per fare rifornimento, avemmo la sensazione di vivere una situazione strana, della quale si sapeva il giorno di inizio ma non si conosceva quello della fine.

La salita da Foligno verso Casenove, sulla vecchia statale 77 della Valle del Chienti – l’attuale superstrada non esisteva – ci fece aprire gli occhi su una realtà inquietante, nella quale tutto ci parlava del terremoto: case puntellate ai bordi della carreggiata, sassi caduti sulla sede stradale, senso unico alternato in prossimità delle strutture lesionate. Giungemmo a Casenove dopo avere percorso venti chilometri da Foligno e, quasi a darci un segnale ulteriore della sua presenza, il terremoto salutò il nostro arrivo con un’altra scossa di forte intensità, il cui rimbombo riecheggiò nei valloni dell’Appennino fino all’altopiano di Colfiorito.

Il mondo andava a velocità ridotta ma, per fortuna, non si era fermato. Gli abitanti del paese, in massima parte persone anziane, sostavano accanto alle roulotte nella zona del campo sportivo, cercando, per quanto possibile, di replicare i comportamenti di tutti i giorni: le donne lavoravano a maglia, gli uomini sistemavano gli oggetti domestici, i più giovani approfittavano della bella giornata per fare attività all’aria aperta. Ci fu lo spazio perfino per un caffè che una anziana signora del luogo ci volle offrire, con una fetta di dolce, appena seppe che eravamo lassù come volontari della protezione civile.

Caricare e scaricare il materiale non era una semplice operazione di fatica. Era, invece, un impegno appagante, soprattutto per me stesso. Riuscivo a coglierlo attraverso gli sguardi e le reazioni delle persone alle quali i contributi venivano destinati.

Ho sempre pensato che la dignità delle popolazioni dell’Umbria e delle Marche non avesse bisogno del terremoto per essere messa in evidenza: semmai ce ne fosse stata la necessità, il terremoto fu una conferma ulteriore del loro senso civico e della loro naturale compostezza. Rimanemmo a Casenove per l’intera giornata e ripartimmo per Arezzo nella tarda serata, lasciandoci alle spalle la fila delle roulotte illuminate e un’atmosfera dove tutto rimaneva ancora in sospeso.

Conclusi il mio lavoro con la consulta un mese più tardi. Appena terminata la fase iniziale dell’emergenza, la mia presenza in ufficio divenne sempre più sporadica. Non era più necessario andare ogni giorno in piazza Santa Maria in Gradi. Era sufficiente rimanere in contatto con Secci, Romanini, Bocciardi, Conti, Berretti e svolgere, anche da casa, l’incarico da loro richiesto.

23 anni dopo

A emergenza conclusa, ogni cosa prese il suo corso. La consulta aveva completato il proprio lavoro e il bilancio di quella difficile esperienza fu, comunque, soddisfacente.

Oggi, a distanza di 23 anni, mi è capitato di tornare a Casenove di Foligno per conto mio. Alcune cose sono cambiate, altre no. Il paese è tagliato fuori da una variante in galleria, che lo aggira all’esterno, e la stessa statale 77 è stata sostituita dalla moderna superstrada Foligno-Civitanova Marche.

Di quel periodo sono visibili, e ancora in parte abitate, le case di legno costruite nella fase iniziale dell’emergenza, mentre le opere di restauro delle vecchie abitazioni sono ormai completate.

Forse, un giorno, lo racconterò ai nipoti.

Luca Tosi
Casenove di FolignoConsulta protezione civileRaiTeletruriaTerremoto Umbria e MarcheUniversità di Perugia
Luca Tosi
Sono nato ad Arezzo il 26 luglio 1963. Nel 1980 ho iniziato a collaborare con l’emittente radiofonica Radio Onda di Pietramala. Negli anni successivi, dopo altre esperienze radiofoniche, sono diventato collaboratore della Nazione di Firenze, del Tirreno di Livorno e del periodico Arezzo sport. Nell’ottobre 1983 ho avuto l’opportunità di entrare a Teletruria come collaboratore: sono stato telecronista di vari campionati di calcio, redattore di cronaca e sport, e curatore di alcuni programmi culturali dell’emittente, nella quale lavoro ancora oggi. Nell’anno in cui ho deciso di avviare questo blog, con l’aiuto di un caro amico ingegnere, Nicola Impallomeni, compio 57 anni di vita e quaranta di professione. Forse, era giunto il momento di creare qualcosa di personale per raccontare e raccontarsi. Lo studio della lingua italiana, e il gusto per l’ordine, sono stati gli aspetti più importanti della mia formazione letteraria. Se dovessi prediligere un tipo di scrittura nel quale mi ritrovo, e che ho cercato di portare avanti in questi anni, potrei dire la “scrittura ordinata”, schematica, senza per questo essere monotona. Tralascio ogni altro riferimento alla carriera (collaborazioni con la Rai, ricerca all’università di Perugia, progetti di programmi, uffici stampa, attività all’estero) perché diffido un po’ dei curriculum gonfiati. Non sempre sono credibili e non vorrei fare la figura del pallone bucato da uno spillo.
Viaggio nelle terre tremule

Precedente

Lo zuccherino di via dell’Orto
Viaggio nelle terre tremule

up next

La strada che verrà
Potrebbe piacerti anche..
L’incontro col Maestro
L’incontro col Maestro
Posted on 17 Maggio 202012 Luglio 2020
Abbiamo un cecchino!
Abbiamo un cecchino!
Posted on 17 Maggio 202012 Luglio 2020
Lo zuccherino di via dell’Orto
Lo zuccherino di via dell’Orto
Posted on 31 Maggio 202012 Luglio 2020
Non faccia cinema, faccia televisione!
Non faccia cinema, faccia televisione!
Posted on 26 Maggio 202012 Luglio 2020
In viaggio verso il mare
In viaggio verso il mare
Posted on 13 Maggio 202012 Luglio 2020
L’assalto ai vesponi (ma senza baionetta)
L’assalto ai vesponi (ma senza baionetta)
Posted on 3 Maggio 202012 Luglio 2020

Articoli pubblicati

L'incontro col Maestro
La nostra vita quotidiana è fatta di incontri. Non potrebbe essere altrimenti e a maggior ragione per chi svolge una professione come la mia. Una parte di essi non ha ...
Luca Tosi
12 Luglio 2020
Note di vita
Lo zuccherino di via dell'Orto
Si sa, tutto quello che è dolce ai bambini piace. E anch’io non facevo eccezione. Cioccolato, dolci fatti in casa, marmellate, e il cabaret di paste domenicali mi mettevano di ...
Luca Tosi
12 Luglio 2020
Note di vita
Le luci della Biodola
Osservare il mare, in certe ore del giorno, soprattutto quelle della sera, regala un senso di particolare serenità. Fermarsi sulla spiaggia e puntare lo sguardo verso l’orizzonte fa capire quanto ...
Luca Tosi
14 Agosto 2020
Viaggiare con la fantasia
Un corno al virus e senza nemmeno chiedergli scusa
Quale differenza c’è tra eccitarsi e avere piacere? In apparenza sono due concetti simili, ma in realtà sono molto differenti. Premesso che non è indispensabile l’intimità fisica (quella è un ...
Luca Tosi
29 Aprile 2020
Pensieri e Parole
Ricordando Anna
Scrivo questo racconto ripensando a un momento della mia vita molto particolare. Il tempo è galantuomo e ha il merito di rendere meno dolorose anche le circostanze più difficili da ...
Luca Tosi
12 Luglio 2020
Pensieri e Parole
Le notti di Visso
Sono passati quattro anni dal terremoto che devastò i territori dell’Italia centrale. L’intensità delle scosse fu forte e prolungata, forse la più elevata avvertita in quelle zone in epoca moderna, ...
Luca Tosi
23 Agosto 2020
Lo sfogo della Domenica
Il silenzio dei centri storici
Una vecchia palazzina, un vecchio stabile, di valore più o meno storico, nei quali vengono compiuti interventi di ripristino. Ci avete fatto caso? Quando un ente pubblico, o un privato, ...
Luca Tosi
19 Ottobre 2020
Lo sfogo della Domenica
Il rosso stinto del chilometro 107
L’Italia ne è piena. Si riconoscono soprattutto per il colore delle loro facciate, una tonalità di rosso, definito «pompeiano», che le rende riconoscibili anche da alcuni chilometri di distanza. Sono ...
Luca Tosi
25 Luglio 2020
Viaggiare con la fantasia
Il caffè sullo stomaco
Credo che un buon comunicatore non possa prescindere dalla chiarezza. Un grande direttore di giornale, Giulio De Benedetti, monarca della Stampa per oltre vent’anni, ammoniva sovente i suoi redattori raccomandando ...
Luca Tosi
12 Luglio 2020
Note di vita
La ruggine sui binari
CITAZIONI ANDREOTTIANE “I pazzi si distinguono in due tipi: quelli che credono di essere Napoleone e quelli che credono di risanare le ferrovie”. La frase è di Giulio Andreotti e ...
Luca Tosi
27 Settembre 2020
Lo sfogo della Domenica
Il lago è tratto (e l'Italia da amare)
Inutile dire che l’emergenza sanitaria ha cambiato le abitudini di molte persone. Si vive questa condizione dallo scorso mese di febbraio. Il diverso approccio verso molte situazioni si riflette sia ...
Luca Tosi
13 Settembre 2020
Lo sfogo della Domenica
Gli imprevisti di un viaggio sulle tracce della storia
La vera rivoluzione, si dice, è quella di internet e dei telefonini. Vero. Sono lontani i tempi nei quali Pc era la targa di Piacenza, i cellulari erano quelli della ...
Luca Tosi
28 Luglio 2020
Viaggiare con la fantasia
Il pacchetto al telefono
Il tema è di stretta attualità, soprattutto oggi che le vendite telefoniche, o tramite internet, hanno avuto una crescita quasi esponenziale. Riguarda la stipula di contratti attraverso il telefono, senza, ...
Luca Tosi
4 Ottobre 2020
Lo sfogo della Domenica
Sulle strade della Maremma
Non mi accade sovente di andare in Maremma in autunno ma, quando capita, ci vado sempre volentieri. Pur essendo abituato a frequentarla in estate sono comunque incuriosito dal visitarla anche nei mesi ...
Luca Tosi
2 Maggio 2020
Viaggiare con la fantasia
Calcio e pallacanestro
Dice che si diventa giornalisti per caso: un colpo di fortuna, un’occasione favorevole, una circostanza imprevedibile. In parte è vero, e anche l’esperienza personale di chi scrive ha seguito questo ...
Luca Tosi
2 Maggio 2020
Storia di una passione
Gli occhi del gatto
Come è cambiato il nostro punto di osservazione durante la fase di emergenza sanitaria. Ho provato a descriverlo in queste righe, pubblicate il 16 marzo. Mi chiedo quale sia la ...
Luca Tosi
2 Maggio 2020
Pensieri e Parole
La strada che verrà
Oggi è il 14 giugno. Questo blog è nato poco più di un mese fa. Se è vero che è necessario garantirgli sempre un certo dinamismo, sia nei contenuti, sia ...
Luca Tosi
14 Giugno 2020
Lo sfogo della Domenica
Un camionista come amico
É un interesse che ho sempre avuto quello per i camion. Se qualcuno mi chiedesse di spiegare com’è nato, non sarei in grado di dare una risposta. É difficile spiegare ...
Luca Tosi
12 Luglio 2020
Note di vita
I rintocchi nella valle del Pavone
Quando il viaggio si combina con la fantasia. Basta un rumore, o un’immagine più o meno insolita, per stimolare la curiosità. È sufficiente che il turista sappia rallentare il proprio ...
Luca Tosi
18 Giugno 2020
Viaggiare con la fantasia
Non faccia cinema, faccia televisione!
«Si ricordi che lei fa televisione, non cinema!» Quante volte mi sono tornate alla mente queste parole. La frase, in apparenza autoritaria, conteneva, invece, un messaggio di stimolo, di insegnamento ...
Luca Tosi
12 Luglio 2020
Note di vita

Articoli recenti

  • Lo specchio che non riflette 24 Ottobre 2020
  • Il silenzio dei centri storici 18 Ottobre 2020
  • Il pacchetto al telefono 4 Ottobre 2020
  • La ruggine sui binari 27 Settembre 2020
  • Il lago è tratto (e l’Italia da amare) 13 Settembre 2020
  • L’acqua sotto i ponti 6 Settembre 2020
  • Il mostro di pietra e quello invisibile 29 Agosto 2020
  • Le notti di Visso 22 Agosto 2020
  • Fuoco? No: acqua! 15 Agosto 2020
  • Crescere o venir su? 9 Agosto 2020
Copyrights © 2020 Luca Tosi. All Rights Reserved.

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok